lunedì 2 marzo 2009

Liturgia, l’inno di lode di Monsignor Marini alla Comunione in ginocchio: “Mette meglio in luce la presenza di Gesù nell’Eucaristia”

PETRUS

CITTA’ DEL VATICANO - "Benedetto XVI, cominciando a distribuire la Comunione in bocca e in ginocchio in occasione della solennita' del 'Corpus Domini' dello scorso anno, in piena consonanza con quanto previsto dalla normativa liturgica attuale, ha inteso forse sottolineare una preferenza per questa modalita'. D'altra parte si puo' anche intuire il motivo di tale preferenza: si mette meglio in luce la verita' della presenza reale nell'Eucaristia, si aiuta la devozione dei fedeli, si introduce con piu' facilita' al senso del mistero". Lo afferma il maestro delle cerimonie pontificie, Monsignor Guido Marini, in un'intervista alla rivista "Radici Cristiane". Il sacerdote genovese chiamato da dal Papa a curare le liturgie vaticane definisce nell'intervita "un passo molto significativo nella direzione di una riconciliazione all'interno della Chiesa", il motu proprio che liberalizza l'uso del messale in latino "non solo perche' esprime il desiderio che si arrivi a un reciproco arricchimento tra le due forme del rito romano, quello ordinario e quello straordinario, ma anche perche' e' l'indicazione precisa, sul piano normativo e liturgico, di quella continuita' teologica che il Santo Padre aveva presentato come l'unica corretta ermeneutica per la lettura e la comprensione della vita della Chiesa e, in specie, del Concilio Vaticano II".