venerdì 20 giugno 2008

IL RITO GREGORIANO (LA S. MESSA IN LATINO) A MAZZARINO! IL PAPA LA VUOLE INTRODURRE IN TUTTE LE PARROCCHIE

articolo tratto da Totus tuus

Traduzione di Daniele Arcara.

Ieri il Cardinale Dario Castrillon Hoyos, Presidente della Commissione Pontificale Ecclesia Dei, ha annunciato a Londra che Papa Benedetto XVI vuole introdurre il “Rito Gregoriano” – in precedenza conosciuto come Rito Tridentino – in ogni parrocchia della Chiesa d’Occidente.
Il Papa vuole introdurre il ‘Rito Gregoriano’ in tutte le parrocchie
Questo è un annuncio così importante che tanti cattolici non crederanno alle loro orecchie. Io ero uno dei quattro giornalisti presenti. Ecco degli estratti dalla conferenza stampa diffusa, nella quale il Cardinale demolisce completamente le interpretazioni liberali del Summorum Pontificum:


Elena Curti (The Tablet): Eminenza, vorrei chiederLe la sua opinione sulla risposta dei Vescovi dell’Inghilterra e del Galles al Motu Proprio del Papa.

Cardinal Dario Castrillon Hoyos: Penso che sia positiva. Ci sono alcuni problemi perché è un modo nuovo di celebrare la liturgia ed hanno bisogno di tempo per preparare preti e catechisti sui contenuti della Forma Straordinaria.

Reuters: In alcune parti del mondo sembra esserci della resistenza da parte dei vescovi locali nel lasciare ai fedeli piena libertà di celebrare la Forma Straordinaria. Che suggerimenti ha per i fedeli?

CC: Di informarsi. Tante difficolta sorgono perche’ non conoscono la realtà del Rito Gregoriano – questo è il nome giusto [corretto] della Forma Straordinaria, perché questa Messa non è mai stata vietata, mai. Oggi per tanti vescovi è difficile perché essi non hanno preti che conoscono il latino. Tanti seminari insegnano poche ore di latino – non abbastanza da dare la preparazione necessaria per celebrare bene la Forma Straordinaria. Altri pensano che il Santo Padre stia andando contro il Concilio Vaticano Secondo. Questa è ignoranza assoluta. I Padri Conciliari, non celebrarono mai un’altra Messa che non fosse quella Gregoriana. L’altra [il Novus Ordo] venne dopo il Concilio… Il Santo Padre, che è un teologo e che fece parte della preparazione del Concilio, sta agendo esattamente in linea con il Concilio, offrendo con libertà i modi diversi di celebrare. Questa celebrazione, quella Gregoriana, è stata la celebrazione della Chiesa per più di mille anni... Altri dicono che uno non può celebrare con la schiena rivolta alle persone. Questo è ridicolo. Il Figlio di Dio si è sacrificato al Padre, con la faccia verso il Padre. Ciò non è contro le persone. E’ per le persone...

Damian Thompson (Telegraph): Eminenza, il Santo Padre vorrebbe che le parrocchie ordinarie in Inghilterra che non hanno conoscenza del Rito Gregoriano vengano introdotte ad esso?

CC: Sì, certo. Non possiamo celebrarlo senza conoscere il linguaggio, i segni, ed i modi del Rito, ed alcune istituzioni della Chiesa stanno aiutando in questo senso. [Quindi, introdurre per insegnare ai fedeli. Questo mi ricorda quanto chiese il Concilio, e cioé, che i pastori insegnano al loro gregge a cantare e parlare sia in latino che nella loro madrelingua. Entrambe. Quindi anche adesso si usano entrambi!]

DT: Quindi il Papa vorrebbe vedere tante parrocchie ordinarie far spazio per il Rito Gregoriano?

CC: Tutte le parrocchie. Non tante – tutte le parrocchie [Tutte. Tutte. Tutte. Ripetete con me.] perché questo è un regalo di Dio. Egli offre queste ricchezze, ed è molto importante per le nuove generazioni conoscere il passato della Chiesa. Questo tipo di celebrazione è così nobile, così bella – il modo di esprimere la nostra fede è quella dei teologi più profondi. La celebrazione, la musica, l’architettura, la pittura, crea un insieme che è un tesoro. Il Santo Padre vuole offrire a tutti questa possibilità, non solo a pochi gruppi che la chiedono, così che tutti vengano a conoscenza di questo modo di celebrare l’Eucaristia nella Chiesa Cattolica.

Anna Arco (The Catholic Herald): Riguardo a ciò, vorreste vedere tutti i seminari in Inghilterra e Galles insegnassero ai seminaristi come celebrare nella Forma Straordinaria?

CC: Mi piacerebbe, e sarà necessario. Stiamo scrivendo ai seminari, ed abbiamo presente che dobbiamo fornire una preparazione approfondita non solo per il Rito, ma anche per [insegnare] la teologia, la filosofia, la lingua Latina...

DT: Quali sarebbero i passi pratici per le parrocchie ordinarie [in preparazione per il Rito Gregoriano]?

CC: Il parroco dovrebbe scegliere un ora, di Domenica, per celebrare la Messa, e preparare la comunità con la catechesi per capirla, per apprezzare il valore del silenzio, il valore del modo sacro di stare davanti a Dio, la teologia profonda, per scoprire come e perché il sacerdote rappresenta la persona di Cristo e di pregare con il prete. [Questo sottolinea anche il motivo per cui dico che SP è un gran dono per i preti. Nel cambiare il punto di vista che il prete ha della Messa e di se stesso come prete che dice la Messa, la parrocchia cambierà]

EC: Eminenza, penso che tanti cattolici siano piuttosto confusi da questa continua enfasi sul Rito Tridentino, principalmente perché ci hanno insegnato che il nuovo Rito ha rappresentato un vero progresso, e molti di noi che siamo cresciuti con esso lo vediamo come vero progresso, perché ci sono Ministri dell’Eucaristia, donne sul santuario, perché siamo tutti sacerdoti, profeti e re. A molti di noi questa nuova enfasi sembra negare tutto ciò. [buzzzz]

CC: Cos’e` il progresso?"Progredire" vuol dire [offrire] il meglio a Dio... Sono sorpreso, perche’ tanti giovani sono entusiasti della celebrazione del Rito Gregoriano...

EC: Nel Motu Proprio, l’enfasi del Papa é su un Rito e due forme, ed egli descrive il Rito Tridentino come “straordinario”. Straordinario quindi vuol dire un’eccezione, non qualcosa che celebriamo tutte le domeniche.

CC: Non “un’eccezione”. Straordinario vuol dire “non ordinario”, non “un’eccezione”. [Clap. Questo è corretto.]

EC: Dovrebbe quindi superare il nuovo Rito? Dovremmo tornare indietro? [Notate il cliche’… “torniamo indietro”. Per questa gente questo è uno spettacolo????? A somma zero ?????]

CC: Non è tornare indietro: è prendere un tesoro che è presente, ma non era offerto… Ma ci vuole tempo. L’applicazione delle riforme del Concilio Vaticano Secondo richiesero anni. Ci vuole tempo per comprendere la profondità del vecchio Rito. Il Santo Padre non sta tornando al passato; sta prendendo un tesoro dal passato per offrirlo fiano a fianco con la celebrazione ricca del nuovo Rito. La seconda preghiera Eucaristica del nuovo Rito è una delle più antiche [nell’intera liturgia della Chiesa]. Non è il caso di uno scontro ma di un dialogo fraterno.

DT: Ci sarà una chiarificazione del Motu Proprio?

CC: Non una chiarificazione del Motu Proprio stesso, ma di cose trattate nel Motu Proprio, come il calendario, l’ordinazione al sottodiaconato, il modo di usare i paramenti, il digiuno Eucaristico. [QUANDO?]

DT: Cosa ci dice del “gruppo stabile”?

CC: E` una questione di buon senso... Intorno ad ogni Vescovo ci sono forse tre o quattro persone. Questo è un gruppo stabile. Non è possibile dare la Messa a due persone, ma due qui, due lì, due da un’altra parte – loro possono averla. Sono un gruppo stabile.

DT: Da parrocchie diverse?

CC: Non c’è problema! Questo è il nostro mondo. I manager delle imprese non vivono tutti insieme, ma sono un gruppo stabile

giovedì 19 giugno 2008

'Ecclesia Dei' scrive ai Seminari: “Insegnare ai futuri sacerdoti a celebrare con il rito tridentino”


www.papanews.it

CITTA’ DEL VATICANO - La commissione vaticana Ecclesia Dei ha in preparazione una lettera da diffondere nei seminari di tutto il mondo per chiedere che i candidati al sacerdozio siano istruiti a celebrare anche in latino e secondo il rito tridentino. Lo riferisce il vaticanista Marco Tosatti nel suo Blog on-line, in base a dichiarazioni che il presidente della commissione, cardinale Dario Castrillon Hoyos, ha fatto durante una conferenza stampa tenutasi nei giorni scorsi nel Regno Unito, quando il porporato e' stato ospite della Societa' della messa latina di Inghilterra e Galles. L'iniziativa annunciata da Castrillon segue il ''motu proprio'' papale dello scorso anno, che ha liberalizzato la messa in latino secondo il rito tridentino; la Chiesa si trova impreparata per la celebrazione di queste messe e ha cosi' deciso di reintrodurre una adeguata formazione nei seminari.

lunedì 16 giugno 2008

"Non molte parrocchie - tutte le parrocchie": l'eminentissimo Castrillon Hoyos ci sorprende ancora.

da:www.rinascimentosacro.com

In una conferenza stampa tenutasi a Londra durante il suo ultimo viaggio in Inghilterra, il Cardinale Dario Castrillon Hoyos, Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha fatto dichiarazioni forti a sostegno della diffusione di quello che si dovrebbe definire "rito gregoriano" ossia la forma straordinaria del rito romano. Tutte le Parrocchie e tutti i Seminari dovranno fare i conti con questo patrimonio perchè è veramente universale. Cattolico

La Messa latina deve ritornare in Inghilterra e in Galles.



di Damian Thompson

La santa Messa latina tradizionale, che di fatto è stata bandita da Roma per circa 40 anni, deve essere reintrodotta in ogni parrocchia cattolica in Inghilterra e nel Galles. In più, tutti i seminari inglesi dovranno insegnare ai seminaristi la celebrazione della Messa antica in modo che siano in grado, una volta divenuti presbiteri, di potere celebrare la santa Messa tridentina in tutte le parrocchie dove andranno a compiere il loro servizio pastorale.

L'annuncio fatto ieri dal Cardinale in carica alla Liturgia Latina, Cardinal Dario Catrillon Hoyos, parlando per conto di Benedetto XVI, agiterà i cattolici progressisti, compresi molti vescovi di Inghilterra e Galles.

Il Papa turbò i progressisti l'anno scorso quando pubblicò un decreto che rimosse il loro potere di impedire la celebrazione della Messa tradizionale. La mossa di ieri dimostra che il Vaticano intende andare molto oltre nel promuovere l'antica liturgia.

Interrogato se la Messa latina dovrebbe essere celebrata in molte parrocchie ordinarie nel futuro, il Cardinal Castrillon ha detto: "Non molte parrocchie - tutte le parrocchie. Il Santo Padre sta offrendo questo non solo per i pochi gruppi che lo richiedono, ma per tutti, in modo che ognuno venga a conoscenza di questo modo di celebrare l'Eucaristia".

Il Cardinale, che è alla testa della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, ha fatto i suoi commenti mentre si stava preparando a celebrare una Messa latina tradizionale nella Cattedrale di Westminster, la prima volta che un cardinale lo fa da quarant'anni.

Nel rito tradizionale, il prete si volge nella medesima direzione della gente e legge il Canone della Messa in latino, sottovoce. Per contro, nel nuovo rito il prete guarda le persone in faccia e prega ad alta voce in vernacolo.


Il Cardinal Castrillon ha detto che il riverente silenzio del rito tradizionale era uno di quei "tesori" che i Cattolici dovrebbero riscoprire, e giovani credenti potrebbero incontrare per la prima volta.

Papa Benedetto reintroduce l'antico rito - che sarà conosciuto come il "Rito Gregoriano"- perfino dove la comunità non l'ha chiesta. "La gente non sa di essa, e perciò non la chiede" ha spiegato il Cardinale.

La Messa riformata, adottata nel 1970 dopo il Concilio Vaticano Secondo, ha sviluppato "molti, molti, molti abusi" ha detto il Cardinale. Ed ha aggiunto: "L'esperienza degli ultimi 40 anni non è stata sempre così buona. Molte persone hanno perso il loro senso di adorazione per Dio, e quegli abusi significano che molti bambini non sanno come stare in presenza di Dio."

Comunque, il nuovo rito non scomparirà; il Papa si augura di vedere le due forme della Messa esistere fianco a fianco.

Cambiamenti così travolgenti sono inevitabilmente destinati a causare intense controversie. Alla conferenza stampa, un giornalista del progressista Tablet Magazine, che è vicino ai vescovi inglesi, ha detto al Cardinale che i nuovi cambiamenti liturgici hanno comportato un "andare indietro".

In seguito al decreto papale dell'anno scorso, i vescovi progressisti in Inghilterra a America hanno provato a limitare la ripresa della vecchia Messa sostenendo che la normativa che essa dovrebbe essere reintrodotta quando un "gruppo stabile" di fedeli la richiede. Ma il Cardinal Castillon ha detto che un gruppo stabile consiste anche di tre persone che non bisogna siano neppure della stessa parrocchia.

I cambiamenti avranno bisogno di qualche anno per essere applicati, ha aggiunto, così come il Concilio Vaticano Secondo ha avuto bisogno di un sacco di tempo per essere assorbito. Egli ha insistito che la reintroduzione diffusa della Messa antica non contraddice gli insegnamenti del Concilio.


Fonte Telegraph 14 Giugno 2008.

domenica 15 giugno 2008


Il viaggio del Papa in Puglia - L’omelia della Messa a Brindisi celebrata davanti a 70.000 fedeli: “Gesù ci chiama a santificarci malgrado i nostri peccati e le nostre imperfezioni”

di Gianluca Barile


BRINDISI - "La Chiesa e' la comunita' dei peccatori che credono nell'amore di Dio e si lasciano trasformare da Lui, e cosi' diventano Santi". Benedetto XVI ha descritto cosi' la situazione dei seguaci del Vangelo, che in ogni epoca hanno potuto constatare la distanza tra il proprio vissuto e gli ideali del cristianesimo. Anche i dodici apostoli, ha infatti ricordato il Papa durante l’omelia della Messa celebrata a Brindisi, "non erano uomini perfetti, scelti per la loro irreprensibilita' morale e religiosa. Erano sicuramente credenti pieni di entusiasmo e di zelo, ma segnati dai loro limiti umani, talora anche gravi. Dunque - ha rilevato il Pontefice -, Gesu' non li chiamo' perche' erano gia' Santi ma affinche' lo diventassero: come noi, come tutti i cristiani". I Vangeli, d’altro canto, raccontano "gesti umili e discreti, che pero' contengono un'enorme potenzialita' di rinnovamento". Per Benedetto XVI, questa "e' la logica del Regno di Dio, non a caso rappresentata dal piccolo seme che diventa un grande albero". "Lo stile di Gesu' - ha proseguito il successore di Pietro davanti ad oltre 70.000 fedeli - e' inconfondibile: e' lo stile caratteristico di Dio, che ama compiere le cose piu' grandi in modo povero e umile". "Il disegno di Dio - ha sottolineato il Papa - e' diffondere sull'umanita' e sul cosmo intero il suo amore generatore di vita. Un progetto che tuttavia il Signore vuole attuare solamente nel rispetto della nostra liberta', perche' l'amore di sua natura non si puo' imporre. La Chiesa e' allora, in Cristo, lo spazio di accoglienza e di mediazione dell'amore di Dio. In questa prospettiva appare chiaramente come la santita' e la missionarieta' della Chiesa costituiscano due facce della stessa medaglia: solo in quanto Santa, cioe' colma dell'amore divino, la Chiesa puo' adempiere la sua missione, ed e' proprio in funzione di tale compito che Dio l'ha scelta e santificata quale sua proprietà". Sul binomio 'santita'-missione', ha fatto notare il Pontefice, si misura la credibilita' della Chiesa: "Nella luce di questa provvidenziale Parola di Dio - ha detto il Papa - ho la gioia di confermare il cammino della vostra Chiesa. E' un cammino di santita' e di missione, e il Vangelo di oggi ci suggerisce lo stile della missione, cioe' l'atteggiamento interiore che si traduce in vita vissuta. Non puo' che essere quello di Gesu': lo stile della compassione verso le folle stanche e sfinite, come pecore senza pastore". In quest'ottica, ha proseguito Benedetto XVI, "la compassione cristiana non ha niente a che vedere col pietismo, con l'assistenzialismo. Piuttosto, e' sinonimo di solidarieta' e condivisione, ed e' animata dalla speranza che si fonda sulla venuta del Cristo, e che in ultima analisi coincide con la sua Persona e col suo mistero di salvezza, come bene ricordava nel titolo il quarto Convegno ecclesiale italiano, celebrato a Verona: Cristo risorto e' la speranza del mondo". "L'azione della comunita' internazionale e delle sue istituzioni, supposto il rispetto dei principi che sono alla base dell'ordine internazionale, non deve mai essere interpretata come un'imposizione indesiderata e una limitazione di sovranità", ha poi ribadito il Santo Padre citando il suo intervento dell'aprile scorso all'Onu. "Al contrario - ha evidenziato - e' l'indifferenza o la mancanza di intervento che recano danno reale". Per il Papa, inoltre, nel mondo di oggi "c'e' bisogno di una ricerca piu' profonda dei modi di prevenire e controllare i conflitti, esplorando ogni possibile via diplomatica e prestando attenzione ed incoraggiamento anche ai piu' flebili segni di dialogo o di desiderio di riconciliazione". Parole pronunciate durante il tradizionale Angelus domenicale, al termine della Messa nel porto di Brindisi, un luogo, ha rammentato Benedetto XVI, che ha "un pregnante significato simbolico: ogni porto parla di accoglienza, di riparo, di sicurezza; parla di un approdo sospirato dopo la navigazione, magari lunga e difficile. Ma parla anche di partenze, di progetti e aspirazioni, di futuro. In particolare, il porto di Brindisi riveste un ruolo di primo piano per le comunicazioni verso il Mare Mediterraneo e verso l'Oriente, e per questo ospita anche una base delle Nazioni Unite, che svolge una funzione importante sotto il profilo umanitario. Da questo luogo cosi' suggestivo, non lontano da Calimera, il paese indicato come il 'buon giorno' d'Italia, desidero pertanto - ha specificato il Papa - rinnovare il messaggio cristiano di cooperazione e di pace tra tutti i popoli, specialmente tra quelli che fanno corona a questo mare, antica culla di civilta', e quelli del Vicino e Medio Oriente". "La compassione cristiana non ha niente a che vedere col pietismo e l'assistenzialismo. Piuttosto e' sinonimo di condivisione ed e' animata dalla speranza", ha anche ricordato Benedetto XVI, che ha richiamato l’attenzione sul Vangelo, che tra le tante cose, ben descrive "l'amore di Gesu' per la sua gente, specialmente per i piccoli e i poveri". "La Chiesa - ha aggiunto il Santo Padre - e' lo spazio di accoglienza e mediazione dell'amore di Dio. Santita' e missionarieta' sono due facce della stessa medaglia". La "materna protezione" della Vergine "difenda sempre" Brindisi, la Puglia, l'Italia, l'Europa e il mondo intero "dalle tempeste che minacciano la fede e i veri valori": è stata questa, poi, la speranza espressa dal Papa prima di terminare il proprio intervento. Nello specifico, l’auspicio del Pontefice e' stato che "le giovani generazioni" sappiano "prendere il largo senza paura per affrontare con cristiana speranza il viaggio della vita". "Maria, Porto di salvezza, prega per noi", ha chiesto il Pontefice "da questo lembo d'Europa proteso nel Mediterraneo, tra Oriente e Occidente", ricordando che la Vergine e' per i cristiani "Madre che indica la via donandoci Gesu', Via della pace. La invochiamo idealmente - ha concluso Benedetto XVI - con tutti i titoli coi quali e' venerata nei Santuari della Puglia, ed in particolare qui, da questo antico porto, la preghiamo quale ‘porto di salvezza’ per ogni uomo e per l'intera umanità". Un inginocchiatoio e' stato successivamente posto ai piedi del Papa per consentire ai fedeli di inginocchiarsi nel ricevere l'Eucaristia, secondo l'uso dell'antica liturgia che era stato mantenuto come possibilita' nel messale di Paolo VI. Il Santo Padre aveva gia' comunicato i fedeli inginocchiati davanti a lui lo scorso 22 maggio, nella Messa celebrata in Piazza San Giovanni in Laterano a Roma per il Corpus Domini e a Santa Maria di Leuca. Nelle due precedenti celebrazioni, come in quella di Brindisi, la particola consacrata e' stata data dal Papa nelle mani soltanto dei diaconi, mentre tutti i fedeli l'hanno ricevuta nella bocca. Entrambe le modalita' sono consentite dalle attuali norme liturgiche, ma questo modo sottolinea maggiormente il significato dell'Eucaristia come rinnovato sacrificio di Gesu', mentre l'altro e' piu' in linea con la concezione protestante che sottolinea maggiormente la dimensione della mensa. La Chiesa di Benedetto XVI, come e’ noto, e' preoccupata dal mancato rispetto dell'Eucarestia testimoniato dal numero sempre piu' elevato di abusi liturgici che si commettono nel corso delle celebrazioni. Recentemente l'Osservatore Romano ha dedicato un'intera pagina a questo problema, ospitando uno studio del teologo Inos Biffi, che denunciava una crisi di fede nel mistero della "transustanziazione", cioe' della presenza reale di Cristo nell'ostia consacrata, come causa di questo fenomeno. In un'intervista al nostro giornale, Monsignor Albert Malcom Ranjith, segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, aveva poi condannato le "stravaganze inspiegabili" commesse da alcuni sacerdoti nella liturgia sottolineando che essa "non e' di loro proprieta' ma della Chiesa". "La Messa - aveva affermato il prelato - non e' uno spettacolo, ma sacrificio, dono e mistero". Quanto alla Comunione nelle mani, "credo semplicemente - evidenziava l’Arcivescovo - che bisogni rivedere questa pratica: parlo a titolo personale, ma sono convinto dell'urgenza di tornare a dare la particola ai fedeli direttamente in bocca, senza che essi la tocchino, ribadendo in questo modo che nell'Eucarestia c'e' realmente Gesu' e che tutti lo devono accogliere con devozione, amore e rispetto". Per Monsignor Ranijth, inoltre, "sarebbe il caso di tornare anche a genuflettersi nel momento in cui ci si comunica" come "atto di rispetto verso il dono e il mistero dell'Eucarestia". "Al di la' del ruolo che ricopro in Vaticano, come cattolico - concludeva - mi domando e chiedo: perche' vergognarsi di Dio? La genuflessione al momento della Comunione sarebbe un atto di umilta' e di riconoscimento della nostra natura di figli di Dio". Intanto, in ricordo della sua visita pastorale, la Diocesi di Brindisi ha deciso di intitolare a Benedetto XVI il nuovo seminario, inaugurato nel novembre scorso dal segretario di Stato, Cardinal Tarcisio Bertone. Lo ha annunciato nel suo discorso di saluto al Pontefice l'arcivescovo locale, Monsignor Rocco Talucci. "Prima di lasciare la citta' - ha detto il prelato tra gli applausi dei 70.000 fedeli presenti alla Messa celebrata nel porto di Brindisi - il Papa ci fara' il dono di benedirlo". La diocesi di Brindisi, ha fatto notare ancora Monsignor Talucci, "ha donato al Santo Padre i paramenti utilizzati per la celebrazione Eucaristica, i quali "sono ispirati al manto di San Teodoro Martire". Su di essi "spiccano i due 'grifi', simbolo della doppia natura del Verbo incarnato, custoditi dalla Rosa mistica, simbolo della Chiesa".