di Bruno Volpe
CITTA’ DEL VATICANO - Come è noto, il nostro giornale sta conducendo da diversi giorno una campagna di sensibilizzazione per evidenziare ciò che non va nella dottrina del Cammino Neocatecumenale. In proposito, abbiamo riportato commenti e testimonianze personali di chi, negli ultimi anni, si è imbattuto nel movimento fondato dallo spagnolo Kiko Arguello e ancora in attesa di essere ufficialmente riconosciuto dal Vaticano. Chi conosce certamente bene come pochi i Neocatecumenali è il Cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estevéz (nella foto), il porporato che dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro diede l’annuncio, il 19 Aprile 2005, dell’elezione di Benedetto XVI e che per anni è stato Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. E neanche lui sembra troppo tenero nei confronti del Cammino.
Eminenza, cosa pensa dei Neocatecumenali?
"Devo dire che anche tra di loro vi è qualche cosa di buono, cioè il sincero amore verso Cristo, ma…".
Ma?
"Negli anni, come Prefetto del Dicastero vaticano competente in materia, ho purtroppo notato nelle loro liturgie autentiche stranezze e preopccupanti stravaganze. Da tempo la Santa Sede li ha invitati a mettersi al passo e ad obbedire; gli consiglio di farlo, perchè la liturgia non è proprietà di nessuno, tantomeno di Kiko Arguello".
Lei parla di stranezze e stravaganze. A cosa allude precisamente?
"Intanto alla Comunione fatta stando seduti e senza inginocchiarsi. Mi pare un’assoluta mancanza di rispetto verso Cristo. Poi veniano alle omelie. Mi consta che laici - ripeto, laici - facciano dei sermoni che seppure non chiamano esplicitamente omelie, lo sono nella sostanza. Ricordo a me stesso e a loro che secondo la Divina liturgia solo un Ministro consacrato, cioè un sacerdote o un diacono, può fare omelie. Si tratta di abusi pericolosi".
Parliamo ora di abusi liturgici in generale.
"Francamente, e ne sono lieto, oggi la situazione è migliorata, e di molto, grazie prima al Servo di Dio Giovanni Paolo II e poi al Papa Benedetto XVI".
Gli abusi liturgici sono iniziati dopo il Concilio Vaticano II…
"Sì, ma non a causa del Vaticano II. Effettivamente, dopo il Concilio si è creata molta confusione che ha a sua volta generato un clima da ricreazione. Erroneamente si è pensato che tutto fosse permesso e ammesso in nome della cosiddetta creatività liturgica che, in concreto, si è tragicamente tradotta in caos e anarchia".
Una parolina magica, la creatività liturgica…
"Io la ritengo solo sinonimo di disordine e disobbedienza. Ma il tempo della creatività, grazie a Dio, sembra finito. Certo, ogni tanto si notano preti che cambiano le letture, abusi in tema di assoluzioni generali e via discorrendo, ma la situazione non mi sembra drammatica come un tempo".
Eminenza, se dovesse spiegare cos’è la liturgia in poche parole, cosa direbbe?
"Direi che è l'aspetto pratico della Fede. Il centro della liturgia e della Santa Messa è Gesù Cristo, con buona pace di chi pretende di razionalizzare ogni cosa. La Messa è dono, sacrificio, ricerca del trascendente e mistero. Non è giusto nè tantomeno tollerabile che nessuno, dico nessuno, si impadronisca della liturgia con idee e bizzarrie personali".
Alcune volte si nota la tendenza a spettacolizzare la Messa.
"Vero. Ma chi lo fa, sbaglia. Il fulcro della Messa è il Signore e non il celebrante. La liturgia guarda a Cristo e non a chi celebra la Messa. Alcuni preti tendono a farne uno spettacolo, e sbagliano. La Messa non è uno spettacolo, non è un film. Certe Messe-show mi preoccupano davvero”.
In conclusione, cosa raccomanda?
"Che le Messe siano celebrate degnamente, con musiche appropriate, gesti corretti e nessuna stravaganza. E richiamo tutti, per il bene della Chiesa, all’obbedienza: lo ripeto, la liturgia non è proprieta' di nessuno".
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