lunedì 27 ottobre 2008

"Se non c'è sguardo verso Dio, tutto il resto perde direzione"

Città del Vaticano, 22 ott. (Apcom) - La cosiddetta messa 'spalle al popolo' non è un'invenzione peregrina, ma una prassi invalsa presso gli antichi cristiani - e superata solo in tempi moderni - che mette in evidenza come preti e fedeli preghino insieme Dio, vero centro della liturgia e della vita cristiana: lo ribadisce il Papa in un passaggio dell'introduzione all'undicesimo volume in lingua tedesca della sua 'opera omnia' presentato oggi in Vaticano.

Joseph Ratzinger ripercorre la vicenda delle polemiche suscitate da un suo libro pubblicato nel 2000, quando era cardinale, 'Lo spirito della liturgia. Un'introduzione', per fare chiarezza. Fautore di una liturgia sobria e solenne (da Papa, ad esempio, ha promulgato il Motu proprio che ha liberalizzato il messale tridentino, la cosiddetta messa in latino), Benedetto XVI spiega che nel volume del 2000 affrontava la questione liturgica in modo ampio e dettagliato. "Purtroppo quasi tutte le recensioni si sono concentrate su alcuni capitoli: l'altare e la direzione della preghiera nella liturgia. I lettori delle recensioni si devono essere convinti che l'intero libro trattava della direzione nelle celebrazioni e che il suo contenuto era di voler reintrodurre la messa 'spalle al popolo'. Di fronte a queste rappresentazioni - confessa il Papa - per un certo tempo ho pensato di eliminare quel capitolo - nove pagine di circa duecento - in modo che potesse finalmente emergere quello che nel libro effettivamente mi interessava".

Un'idea alla quale rinunciò, spiega Benedetto XVI, tanto più che nel frattempo sono stati pubblicati altri libri (di U.M. Lang e di S. Heid) che fanno chiarezza in materia. E spiegano ancor più diffusamente quello che Ratzinger aveva affermato. "Il pensiero che preti e fedeli nella preghiera si guardino l'un l'altro è emersa solo nei tempi moderni ed era del tutto estranea agli antichi cristiani", scrive oggi il Papa. Il senso del suo ragionamento, allora, era "non di fare nuove trasformazioni, ma semplicemente mettere al centro dell'altare la croce che presti e credenti guardano insieme, per farsi guidare dal Signore che tutti pregano insieme".

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