giovedì 14 maggio 2009

ABOLIAMO LA PREGHIERA DEI FEDELI

MESSAINLATINO.IT

Qual è per voi il momento meno ispirato (diciamo così, ma è un eufemismo) della Santa Messa riformata? La terza monizione con la sfilza degli avvisi? Il segno della pace in cui ci si sbraccia da panca a panca? L'augurio del prete di buona domenica e buona settimana subito di seguito all'"Andate in pace"? O forse il Padre nostro in cui il vicino, se non preferisce girare all'insù le palme degli arti come un tapinello, cerca di agguantare proditoriamente le vostre mani per formare così una catena dell'amore?
No: il momento peggiore è sicuramente la preghiera dei fedeli. Quella serie che sembra inesauribile di aria fritta e buone intenzioni scìpite, per lo più scritte con l'eleganza stilistica di una circolare ministeriale e, come è purtroppo frequente, balbettata con discontinua dizione da una brigata di faccendieri della parrocchia, che si alternano allo strumento del Potere, il Microfono. Ad ogni frasetta, occorre rispondere con un'invocazione (anche se alle labbra affiora piuttosto un'imprecazione) che genialmente non è mai la stessa e si dimentica subito dopo la prima ripetizione, sicché solo i proclamatori all'ambone possono rispondersi alle stupidaggini che hanno appena finito di leggere.
Intendiamoci: le preghiere dei fedeli non sarebbero nulla di male se fossero sul serio quello che il nome sembra indicare: ossia se i parrocchiani esprimessero davvero sentite intenzioni di orazione. Qualcosa di concreto, come: Preghiamo per la signora Maria, che deve affrontare una difficile operazione; per i terremotati d'Abruzzo, perché il Signore li consoli nella prova; per i ragazzi dell'oratorio, perché crescendo restino bravi ragazzi, ecc.
E invece, è la fiera dell'aria fritta, la sagra della dissipazione vocale, l'apoteosi del luogo comune.
Siamo un po' acidi, oggi? Forse: ma leggetevi le preghiere dei fedeli di domenica scorsa, 10 maggio 2009, come proposte, a centinaia o migliaia di parrocchie italiane, da quel libello titolato La Domenica, stampato dalle Paoline con l'imprimatur (e questo spiega molto) del famigerato vescovo Dho di Alba (Piemonte). Noi ci troviamo, peggio ancora che l'insulsaggine abituale, concetti apertamente anticattolici. Ecco qua, con i nostri commenti in rosso:
1. Per il papa, i vescovi, i presbiteri, i diaconi e tutti i ministri del Vangelo [cosa dicevamo circa il linguaggio da circolare ministeriale?]: perché siano segni viventi di comunione, capaci di suscitare fraternità e comprensione, collaborazione ed amore [non interessa dunque un fico che sappiano evangelizzare e convertire, far conoscere e amare il Signore, pregare e toccare i cuori, visto che manco vi si accenna]
Assemblea: Visita, Signore, la tua vigna [una volta si rispondeva sempre "Ascoltaci, Signore", ed era semplice per tutti; ora il versicolo è diverso ogni domenica, col divertente effetto che chi non lo dimentica subito del tutto, come minimo lo storpia alle successive risposte]
2. Per la famiglia, luogo di formazione ai valori umani e cristiani, perché possa educare i figli ad uno spirito universale, aperto e responsabile verso il mondo e i suoi problemi [l'educazione cristiana non è dunque più trasmissione della Fede, ma indottrinamento ad uno "spirito universale" aperto al mondo e ai suoi problemi]
3. Per i fanciulli che si preparano alla prima Comunione: perché vivano con le loro famiglie un'esperienza intensa dell'incontro con il Signore e, di domenica in domenica, partecipino con gioia al banchetto eucaristico [la Messa ridotta a festoso banchetto, non fa nemmeno più notizia].
4. Per ciascuno di noi che è chiamato a vivere il comandamento dell'amore, perché l'Eucaristia che celebriamo ci dia la forza per testimoniare il Vangelo sempre e dovunque [possibile che non ci si renda conto che la stucchevolezza di questi continui richiami puramente labiali e generici all'amore finisce per svilire la nobiltà e l'importanza di quel comandamento, riducendolo ad una sorta di bolsaggine?].
La riforma della riforma dovrebbe risolutamente passare anche per di qua. Paoline, dite qualcosa di cattolico...

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