domenica 19 aprile 2009

La Fraternità San Pio X espelle un altro prete


Dopo l'italiano don Abramowicz, cacciato dalla Fraternità per le sue stolte affermazioni negazioniste (tra l'altro pronunziate nel bel mezzo della tempesta Williamson, quindi con l'intento di nuocere al massimo grado), il Superiore dei lefebvriani Mons. Fellay (nella foto) ha ora espulso dalla Fraternità Basilio Méramo.
Questa volta gli Ebrei non c'entrano affatto: Méramo si è distinto per le forti proteste contro i tentativi di mons. Fellay di riavvicinare la Fraternità "alla Roma modernista e liberale": ha considerato la lettera di ringraziamento al Papa per la revoca delle scomuniche un tradimento, poiché equivarrebbe a suo dire a riconoscere che quelle scomuniche erano effettivamente valide; infine ha proposto una mozione per far dichiarare le decadenza di mons. Fellay dal suo incarico di Superiore Generale.
La tesi di fondo del rev. Méramo è che Benedetto XVI stia ordendo una sorta di complotto per riassorbire e neutralizzare gli ultimi difensori della tradizione, ossia la Fraternità: di qui la sua rumorosa opposizione.

Pur nella drammaticità del caso umano, riteniamo salutare e positiva quest'opera di eliminazione, all'interno della Fraternità, degli elementi più estremisti e refrattari. Già mons. Lefebvre aveva allontanato decine di sedevacantisti, palesi o meno, dai ranghi della Fraternità; è giusto che mons. Fellay ne segua l'esempio. La Tradizione, minoritaria e pesantemente sotto attacco, non può permettersi di offrire ai progressisti il fianco, con fin troppo facili argomenti, mostrandosi compromessa con cripto-sedevacantisti, estremisti privi di elementare buon senso e spirito di carità, negazionisti e complottisti lunatici di vario genere. C'è già Williamson, basta ed avanza...

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