martedì 6 gennaio 2009

Esclusivo - In un ‘vademecum’ il giro di vite di Benedetto XVI sulle apparizioni mariane. Un ‘pool’ di teologi, psichiatri ed esorcisti al servizio de

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CITTA’ DEL VATICANO - Civitavecchia e Medjugorje rappresentano solo i casi più recenti e clamorosi: luoghi in cui presunti veggenti dicono di aver avuto e di continuare ad avere apparizioni della Vergine, anche se Nostra Signora si limiterebbe a dar loro messaggi assolutamente inconsistenti dal punto di vista teologico e spirituale. Risultato: i fedeli si trovano disorientati, con i presunti veggenti al centro di manifestazioni che la Chiesa non solo non ha ancora riconosciuto come veritiere ma che difficilmente approverà anche in futuro. Come si sa, peraltro, in materia la cautela della Chiesa è massima: centinaia sono i casi di apparizioni bocciati e bollati come falsi solo negli ultimi cinquant’anni. Tuttavia, c’è chi continua a giurare vedere la Madonna, richiamando nei propri luoghi folle di fedeli disperati, molte volte alla ricerca di un miracolo o di una grazia che, però, non arriva. Come affrontare, allora, questo fenomeno? Come evitare che si diffondano messaggi non veritieri della Madre di Cristo all’umanità? Le risposte a questi e ad altri quesiti sono contenute in un ‘direttorio’ che Benedetto XVI ha fatto istruire alla Congregazione per la Dottrina della Fede e che presto verrà reso pubblico e inviato ai Vescovi diocesani di tutto il mondo. Con tale documento, che integra le Istruzioni già impartite nel 1978 dal Vaticano, il Papa chiede la massima severità negli accertamenti relativi alla constatazione della veridicità delle apparizioni mariane. I Vescovi, dopo aver insediato una Commissione di psichiatri, psicologi, teologi e pedagogisti, dovranno imporre il silenzio agli pseudo-veggenti. Sarà questo un primo banco di prova: la storia insegna, da Lourdes a Fatima, da Guadalupe a La Salette, che chi realmente ha il dono di essere in contatto diretto con la Madonna, segue, anche a causa di enormi sofferenze, le direttive della Chiesa locale. Dunque, chi non resterà nel silenzio ma farà sì che la notizia di queste presunte apparizioni circoli liberamente, attirando attorno a sé la presenza di curiosi, giornalisti e fedeli alla ricerca di una grazia particolare, avrà già dato un segno indicativo della falsità del proprio misticismo. Maria stessa, infatti, non convaliderebbe mai un atto di disobbedienza nei confronti di un Vescovo, anche se questi fosse in errore. Secondo punto: gli pseudo-veggenti andranno visitati da psichiatri e psicologi, possibilmente sia atei che cattolici, per certificare la loro salute mentale e per verificare se siano affetti o meno da patologie di carattere isterico o allucinatorio o da manie di protagonismo. Terzo passo da compiere: appurare il livello di istruzione di chi si proclama ‘mistico’, per evitare che possa ingannare le autorità ecclesiastiche e i fedeli dopo aver attentamente studiato scritti di teologia e mariologia. In tal senso, chi è oggetto di accertamenti da parte dell’autorità ecclesiastica, sarà chiamato a consegnare alla Commissione insediata dalla Diocesi anche le apparecchiature informatiche in suo possesso, compresi i personal computer, per consentire di verificare se abbia mai effettuato ricerche in materia di apparizioni in Internet, uno strumento ricco di informazioni per chi volesse ‘copiare’ o imparare da veri veggenti il senso teologico di messaggi celesti. Nel direttorio, inoltre, si chiede ai Vescovi di accertare se gli pseudo-veggenti abbiano interessi economici diretti o indiretti in relazione ai pellegrinaggi e all’inevitabile vendita di souvernirs religiosi nei luoghi in cui dicono di vedere la Beata Vergine Maria. C’è poi la questione del rispetto dell’ortodossia: quanto rivelato dalle apparizioni non deve risultare in contrasto né con il Vangelo né con la dottrina della Chiesa ma essere in armonia con essi. Va da sé, dunque, che se un ‘veggente’ attribuisce alla Madonna frasi o concetti contrari al Magistero, è da considerare un mendace. Se proprio dalle analisi non dovessero risultare anomalie, e quindi il ‘veggente’ dovesse essere ritenuto credibile, in ultima istanza dovrà essere interrogato da uno o più demonologi ed esorcisti per escludere che dietro alle apparizioni (come è già avvenuto tantissime altre volte nella storia del cristianesimo) si nasconda Satana per trarre in inganno i fedeli. In base alle nuove istruzioni pronte ad essere emanate dalla Santa Sede in nome e per conto di Benedetto XVI, che con il fenomeno delle apparizioni mariane ha già avuto a che fare durante il suo ultraventennale mandato di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, c’è dunque da attendersi un vero e proprio giro di vite, con ‘processi’ più lunghi, meticolosi e rigidi da parte delle Diocesi, anche per una corretta informazione da fornire ai fedeli, in modo che non si verifichino vicende molto simili a quelle di Civitavecchia e Medjugorje, dove migliaia di persone continuano ad accorrere malgrado il Vaticano non abbia mai riconosciuto come veritieri i fenomeni soprannaturali ivi segnalati. Naturalmente, stando al ‘vademecum’ fatto redigere dal Papa alla Congregazione competente, la stessa prassi ‘investigativa’ andrà impiegata qualora qualcuno dovesse asserire di vedere e parlare con Gesù, gli Angeli o i Santi o se addirittura (è recente un caso in provincia di Salerno) manifestasse le stimmate o edichiarsse di avere statue ed immagini sacre che lacrimano in casa. Per conoscere il pensiero di Benedetto XVI in materia, basta ricordare quanto egli dichiarò, ancora Cardinale, al giornalista e scrittore Vittorio Messori: “In questo campo, più che mai, la pazienza è un elemento fondamentale. Nessuna apparizione è indispensabile alla fede, la Rivelazione è terminata con Gesù Cristo”. Il noto teologo René Laurentin, dopo anni di ricerche, ha censito oltre 2.450 manifestazioni mariane documentate nella storia della Chiesa. Ma su quasi 300 richieste di indagine avviate nell’ultimo secolo, le autorità ecclesiastiche hanno attestato ufficialmente come vere solo una dozzina di apparizioni. L’ultimo riconoscimento è quello di Nostra Signora di Laus, in Francia, avvenuto l’8 maggio del 2008, però i fedeli hanno dovuto attendere 3 secoli prima di ottenerlo. Le altre apparizioni approvate sono concentrate soprattutto in Europa (Fatima, La Salette, Tuy, Beauraing, Banneux, Siracusa), ma anche in Egitto (Zeitun), Siria (Damasco) e Ruanda (Kibeho). All’inizio di questo articolo accennavamo a Civitavecchia e Medjugorje: nel primo caso, è una bambina ad asserire di aver avuto apparizioni della Vergine. Contestualmente, una statua della Madonna di Medjugorje collocata nel giardino della sua abitazione, avrebbe addirittura pianto sangue; lo stesso fenomeno si sarebbe ripetuto in presenza dell’allora Vescovo Girolamo Grillo, in un primo momento scettico. Lo stesso Giovanni Paolo II, messo a conoscenza dell’accaduto, volle per alcune ore quella statua nella sua cappella privata, ma il Vaticano non si è mai pronunciato a favore delle apparizioni e delle lacrimazioni soprannaturali. Più complesso il caso di Medjugorje: da oltre un quarto di secolo la Madonna apparirebbe ogni giorno ai veggenti e una volta al mese detterebbe un messaggio per l’umanità. Ma il Cardinale Tarcisio Bertone, braccio destro del Papa, non ha mai nascosto il suo scetticismo: “Dal 1981, Maria sarebbe apparsa decine di migliaia di volte a Medjugorje. Questo è un fenomeno non assimilabile ad altre apparizioni mariane”. Per questo il Vaticano ha chiesto all’Opera romana pellegrinaggi (una delle più importanti agenzie di turismo religioso che fa capo al Vicariato di Roma) di depennare dal catalogo le visite alla più famosa località della Bosnia-Erzegovina, dove comunque si recano oltre due milioni di fedeli l’anno. Il problema dov’è? Si sono create due fazioni: una favorevole alle apparizioni, e dunque dalla parte dei veggenti; l’altra apertamente schierata con il Vescovo diocesano, Monsignor Ratko Peric, che come il suo defunto predecessore, non crede alla veridicità di questi fenomeni e, non venendo mai ascoltato, ha chiesto da tempo ai presunti veggenti di vivere nel nascondimento e di non divulgare alcun messaggio attribuito alla Madonna. Basterebbe già la mancata obbedienza al Vescovo, secondo il vademecum voluto da Benedetto XVI, per dichiarare false le apparizioni di Medjugorje.

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