sabato 10 gennaio 2009

L’omosessualità è una patologia, oltre che un grave disordine mentale. Sacerdoti gay? Dico di no e trovo inopportuno parlarne su un giornale cattolico


di Bruno Volpe
PONTIFEX.ROMA.IT

Il professor Francesco Bruno, in un sol colpo, bacchetta il collega Vittorino Andreoli e l’Avvenire. Che cosa è accaduto. Sul prestigioso quotidiano della Cei ,il professor Vittorino Andreoli, nel corso di una comunque interessante inchiesta sul tema della omosessualità, ha sostenuto che non si tratta di patologia, scatenando la sfrenata passione e l’entusiasmo di Franco Grillini. Abbiamo interpellato sul tema il professor Francesco Bruno che la pensa in modo diverso. Dunque professore in che modo va considerata l’omosessualità, ed in particolare si trova in sintonia con il collega Andreoli che la ha definita non patologica? : “allora, bisogna dire questo. L’omosessualità è una malattia che si genera e dipende anche da una predisposizione biologica, mentre a volte è causata da disturbi derivanti dal contesto della famiglia, dall’ambiente in cui si vive da problemi di relazione con i genitori. Dunque l’omosessualità, tenuto ...

... conto che la normalità, secondo natura, contempla i generi di uomo e donna, è patologica e quindi considerabile una malattia”. Poi aggiunge: “ tanto viene confermato dalla Organizzazione mondiale della sanità e dai colleghi americani che hanno depennato dalle malattie solo la cosiddetta omosessualità egosintonica”.

Dunque secondo lei l’omosessualità è figlia di una patologia: “ certo. Tutte le condotte contro natura sono patologiche. Ora ho esaminato il caso in cui un soggetto per cause organiche ha una predisposizione all’omosessualità. Poi esiste un secondo caso”.

Quale sarebbe?: “ quando il soggetto liberamente sceglie di essere omosessuale, in quel caso compie una scelta border line criminosa. Voglio dire se questa scelta omosessuale è responsabile, non frutto di traumi, ma avviene all’interno di gruppi sociali ben definiti, ha degli evidenti caratteri antisociali, spesso anche insidiosi che potenzialmente hanno natura lesiva dell’ordinata convivenza. Ovviamente non bisogna discriminarli e con questo non dico che tutti gli omosessuali siano pericolosi, ma certo si tratta di un grave caso di disordine mentale”.

Ma in quali casi un soggetto responsabilmente sceglie di voler essere omosessuale?: “ quando volontariamente abbandona la via dettata dalla natura e per opzioni sociali e culturali contro natura e socialmente criminali nel senso di sbagliate, vuole creare un terzo genere mai contemplato da madre natura. Dunque ,il collega Andreoli che stimo e apprezzo non mi trova consenziente: l’omosessualità è patologica, va considerata una vera e propria infermità vuoi dal lato biologico, vuoi dal lato mentale”.

Professore, ritiene compatibile o accettabile un prete gay? : “ assolutamente no. Intanto senza voler fare il teologo il prete, deve obbedire alla castità, quindi sarebbe da condannare sia un prete gay ,che eterosessuale. Ciò detto, un prete gay lo è maggiormente, perché viola il dovere di castità contro la natura. Insomma il sacerdote perde poi anche la libertà personale che è caratteristica del suo ministero, senza contare i rischi di altra natura che si potrebbero correre in seminari e conventi ,per i quali la Chiesa ha già pagato prezzi elevati. No, omosessualità e sacerdozio sono in contrasto”.

Il giornale Avvenire ha ospitato un intervento di Andreoli in cui si fanno siffatte affermazioni: “ Andreoli è libero e padrone di dire e scrivere ciò che crede nei convegni e su tutti gli organi di informazione. Io non me la prendo con Andreoli. Da cattolico, ed anche un poco all’antica, trovo sconcertante che un giornale come Avvenire ospiti, certamente con rette intenzioni, temi del genere che possono mal interpretarsi da menti malate o deboli”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma chi credi di essere???
Un grave disordine mentale???
Si come il tuo!